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RIFORMA DELLO STATO E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Una riduzione strutturale della pressione fiscale è ormai ineludibile. Va fatta mantenendo il criterio costituzionale della progressività. Si rendono necessaria semplificazione e de burocratizzazione della macchina pubblica cominciando col ridurre il numero dei ministeri.
Ripensare il ruolo e soprattutto il numero dei sottosegretari che spesso non hanno neanche deleghe dai ministri. Rafforzare il ruolo del Parlamento attraverso una incisiva delegificazione che riduca drasticamente il numero di leggi e attribuisca ai dirigenti generali dei ministeri più responsabilità. Limitare molto le assunzioni dall’esterno di dirigenti nella PA. Lo spoil system rende i vertici dei ministeri servitori del politico di turno anziché dei cittadini e dello Stato. Rivedere il meccanismo puntando sui dirigenti interni che possono assicurare la continuità all’azione degli uffici. Assumere nella PA attraverso concorsi unici nazionali annuali. Ogni legge deve essere direttamente applicabile e vanno quindi eliminati, o almeno molto ridotti i decreti attuativi.
Modificare il titolo V della Costituzione eliminando la legislazione concorrente con le Regioni su temi come sanità, infrastrutture, energia, ambiente, territorio, promozione turistica. Ridurre i livelli politico decisionali (municipi, comuni, province, città metropolitane, regioni, Parlamento nazionale, Parlamento europeo) che troppo spesso sono fonte di confusione per i cittadini e poltronifici per politici o ex politici. Possono confluire nei comuni molte strutture politiche o para politiche. Rendere trasparenti e pubblicati i bilanci degli enti amministrativi. Regolare in modo rigoroso le attività di lobbying a tutti i livelli. Digitalizzare tutte le procedure amministrative rendendole dirette e trasparenti. Aumentare le autocertificazioni consentendo ai cittadini di procedere nelle loro iniziative con la certezza dei controlli successivi e di eventuali pene certe.
Semplificare la dichiarazione dei redditi per tutti consentendo a un cittadino normale di compilarla senza aiuto di consulenti che diventano un ulteriore aggravio. Rendere la PA responsabile di ciò che non fa o fa male. Facilitare il trasferimento di personale fra pubbliche amministrazioni.
Eliminare la politicizzazione della sanità, della rai e di tutte le strutture che hanno lo scopo di fornire servizi a tutti i cittadini. Fare quindi in modo che i partiti non decidano delle scelte amministrative e gestionali. Eliminare gli enti inutili. La riduzione del numero dei parlamentari è uno specchietto per le allodole. Il “risparmio” è insignificante mentre si riduce la rappresentanza dei territori e si ingolfano i lavori del Parlamento. E’ solo uno spot. Non va dimenticato che il problema è la ricollocazione degli ex eletti che spesso essendo politici di professione debbono essere ricollocati dai partiti. E questo fa crescere gli enti inutili ma ben retribuiti.
Siamo per una legge elettorale “alla francese” con un primo turno in cui i partiti “si contano” e un secondo turno in cui si sceglie l’alleanza di governo.

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