Dopo 4 giorni di difficili negoziati i 28 Paesi dell’Unione europea hanno trovato un accordo sulle modalità per aiutare i Paesi dell’Unione ad uscire dalla terribile crisi economica in cui è venuta a trovarsi per le conseguenze della pandemia di Covid 19.</span><br style=”color: rgb(0, 0, 0); font-family: sans-serif; font-size: 12.8px;”><span style=”color: rgb(0, 0, 0); font-family: sans-serif; font-size: 12.8px;”>L’Italia sarà destinataria di 208 miliardi di euro (di cui 81 a fondo perduto e 127 come prestito senza interessi da restituire entro 30 anni). È una vittoria dell’Europa che ha scelto la via della solidarietà tra Paesi per rilanciare un mercato di 500 milioni di lavoratori consumatori. Molto merito di questa decisione storica è dei Paesi fondatori della UE, fra cui Germania, Francia Spagna e Italia (che ha dimostrato grandi capacità negoziali portando a casa il 28% dei 750 miliardi totali stanziati per tutta l’area euro). Invito tutti a riflettere su cosa sarebbe dell’Italia se non si trovasse nel sistema della moneta unica europea e su come potrebbe uscire dalla attuale drammatica crisi senza l’aiuto dell’Europa. Il sovranismo in economia si chiama autarchia. C’è qualcuno che in questa fase storica pensa veramente che possa avere senso? L’Italia sarebbe fallita. Il 10% di questi 208 miliardi potranno essere spesi già in questo anno. Ora è importante che il nostro Paese si doti di un chiaro e concreto Piano nazionale delle Riforme (il governo lo ha annunciato per ottobre) che consenta all’Italia di fare finalmente grandi riforme strutturali che la rendano moderna ed efficiente. Sarà fondamentale una profonda riorganizzazione del fisico, della macchina della pubblica amministrazione, della scuola e della giustizia. Puntare sulle infrastrutture e sul digitale semplificando le regole dei contratti pubblici. Puntare sulla ricerca e sull’economia sostenibile. Riorganizzare la sanità ricostruendo la rete dei medici di base e rilanciando la sanità pubblica. Il Paese può cambiare pelle. Sarà fondamentale il contributo di tutti perché questa occasione storica per l’ammodernamento dell’Italia avvenga con una visione di lungo periodo che crei occupazione e ricchezza per il Paese.
Sostegni economici ai paesi dell’Unione Europea
Dopo 4 giorni di difficili negoziati i 28 Paesi dell’Unione europea hanno trovato un accordo sulle modalità per aiutare i Paesi dell’Unione ad uscire dalla terribile crisi economica in cui è venuta a trovarsi per le conseguenze della pandemia di Covid 19.</span><br style=”color: rgb(0, 0, 0); font-family: sans-serif; font-size: 12.8px;”><span style=”color: rgb(0, 0, 0); font-family: sans-serif; font-size: 12.8px;”>L’Italia sarà destinataria di 208 miliardi di euro (di cui 81 a fondo perduto e 127 come prestito senza interessi da restituire entro 30 anni). È una vittoria dell’Europa che ha scelto la via della solidarietà tra Paesi per rilanciare un mercato di 500 milioni di lavoratori consumatori. Molto merito di questa decisione storica è dei Paesi fondatori della UE, fra cui Germania, Francia Spagna e Italia (che ha dimostrato grandi capacità negoziali portando a casa il 28% dei 750 miliardi totali stanziati per tutta l’area euro). Invito tutti a riflettere su cosa sarebbe dell’Italia se non si trovasse nel sistema della moneta unica europea e su come potrebbe uscire dalla attuale drammatica crisi senza l’aiuto dell’Europa. Il sovranismo in economia si chiama autarchia. C’è qualcuno che in questa fase storica pensa veramente che possa avere senso? L’Italia sarebbe fallita. Il 10% di questi 208 miliardi potranno essere spesi già in questo anno. Ora è importante che il nostro Paese si doti di un chiaro e concreto Piano nazionale delle Riforme (il governo lo ha annunciato per ottobre) che consenta all’Italia di fare finalmente grandi riforme strutturali che la rendano moderna ed efficiente. Sarà fondamentale una profonda riorganizzazione del fisico, della macchina della pubblica amministrazione, della scuola e della giustizia. Puntare sulle infrastrutture e sul digitale semplificando le regole dei contratti pubblici. Puntare sulla ricerca e sull’economia sostenibile. Riorganizzare la sanità ricostruendo la rete dei medici di base e rilanciando la sanità pubblica. Il Paese può cambiare pelle. Sarà fondamentale il contributo di tutti perché questa occasione storica per l’ammodernamento dell’Italia avvenga con una visione di lungo periodo che crei occupazione e ricchezza per il Paese.
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